Il melo cotogno: un po’ di storia e il suo utilizzo in cucina
E’ un piccolo albero originario dell’area che va dall’Asia Minore fino alla Cina la cui coltivazione era nota in epoca greca e romana: ne abbiamo testimonianza in alcuni antichi affreschi di Pompei.
Frutto ricco di proteine, potete utilizzarlo come addensatore nelle marmellate e nella produzione di mostarde, gelatina cotognata, confetture, gelati, liquori e distillati.
La ricetta: conserva di melo cotogno
Ingredienti:1 kg di mele cotogne, 300 gr di zucchero, 2 limoni succo e scorza
Preparazione: tagliate le mele cotogne a fettine sottili e mettetele in una pentola con un bicchiere di acqua e il limone. Fatele cuocere coperte. Passatele, poi, nel passaverdura, e aggiungete lo zucchero se gradite una conserva fine. Rimettete sul fuoco per circa un’ora, fino a che non si addensa.
Il melo cotogno è utilizzato anche per la preparazione dei savor:
leggi la nostra ricetta!
Curiosità e proprietà del melo cotogno
Nei riti matrimoniali era il frutto che non poteva mancare perchè considerato di buon auspicio e fecondità. Il nome attribuito all’albero, “Kidonia“, indica la città di Creta dalla quale i Greci hanno importato il cotogno nel VII secolo a.C. In tempi antichi, era anche utilizzato come profuma biancheria.
E’ il frutto ideale per chi ha difficoltà a digerire: grazie alla numerosa presenza dei tannini, il cotogno si distingue per le sue capacità astringenti e anti-infiammatorie oltre che antibatteriche.