Il sale dolce di Cervia era già conosciuto al tempo degli Etruschi, ma fu con i Romani che assunse un tal valore da essere chiamato oro bianco, divenendo merce di scambio e di pagamento: il salario dei legionari.
In effetti, la salagione è una delle strategie più antiche per la conservazione degli alimenti, soprattutto per la carne e per il pesce, attraverso la quale ci si poteva assicurare una riserva di cibo sufficiente a superare anche gli inverni più duri.
Il sale dolce di Cervia viene raccolto nelle saline di Cervia, annoverabili tra le più antiche d’Italia (la testimonianza scritta più antica risale al X secolo), dopo decenni di abbandono, da diversi anni ha ripristinato l’attività produttiva di sale marino, che viene ancora oggi raccolto e confezionato secondo il metodo tradizionale dalla Salina Camillone.
Cervia produce diverse qualità di sale: il Sale di Cervia, il Salfiore di Romagna, il Salfiore di Cervia e la Riserva Camillone. Nel 2004, il sale della Riserva Camillone è diventato un presidio di Slow Food, sia per il metodo di raccolta (manuale, unico in Italia) che per la qualità sopraffina dei prodotti.
Le caratteristiche del sale di Cervia sono uniche: privo di additivi chimici, è ottenuto grazie alla naturale evaporazione dell’acqua di mare, che viene esposta al calore del sole estivo in ampie vasche di terreno argilloso. Per questo, esso mantiene inalterate le sue componenti di iodio, zinco, rame, maganese, ferro, magnesio e potassio e si caratterizza per la limitata presenza dei sali amari (solfati di magnesio, calcio, potassio e cloruro di magnesio), responsabili del retrogusto tendente all’amaro che solitamente caratterizza il sale comune.
La ragione per cui, da sempre, questo è stato definito un sale dolce.